Seconda classificata 2022

Premio nazionale di Poesia Bacchereto

LINEA NOVANTANOVE

Sessant’anni o giù di lì,

portati male.

È magro e nervoso,

profonde rughe

sul viso, radi

capelli bianchi

rasati, barba

di due o tre giorni.

Si appisola ogni tanto

cullato dal movimento

del pullman: linea

Novantanove, direzione bassa.

Si appisbla, gli cade la testa

ogni tanto e si sveglia.

Gli sto accanto

e lo sento che respira

dalla pancia, e capisco

che si addormenta

e si risveglia, scosso

dal moto della corriera.

Si direbbe

un operaio, un contadino

scappato in città

per commissioni,

che torna

alla bassa, alla base, a casa.

Ma se stesse

solo tornando, non mi avrebbe

con sé, così vicino

che mi riscalda col suo corpo

muscoloso e nervoso

da operaio o contadino.

Solo la canottiera,

solo le mutande

mi separano dalla sua pelle.

Di tanto in tanto

mi sistema, mi sposta,

mi inclina, mi tasta,

mi controlla, mi carezza

quasi. Mi trova scomoda.

Arriviamo. Scende

dalla corriera, linea

Novantanove, autobus

nuovo d’inaugurazione.

Fa freddo fuori, lo sento

tremare, forse

non per il freddo. Entra

nel centro

Commerciale quasi vuoto

nel primo pomeriggio.

Cerca una persona

tra gli scaffali del supermercato

deserto. La trova. Finalmente

lo sento parlare,

dire poche parole

nervose, tra i denti.

Va’ via, sento dire

a una donna, a quella

che cercava

tra gli scaffali

deserti.

Movimenti

bruschi. Strattona,

forse. Strepita

la donna. Eccolo,

mi impugna;

sono fuori;

mi toglie la sicura;

vedo la faccia

terrorizzata della donna,

cornice le fanno confezioni

disposte sugli scaffali.

La sua rabbia

è la mia rabbia;

La sua forza

è la mia forza;

Il suo odio

è il mio odio.

Sentite

la mia voce di rombo,

fuoco e piombo:

ECCO LA MIA VOCE!


Massimo Zanettini