Menzione speciale 2022

Premio nazionale di Poesia Bacchereto

INNOCENZA

Nel verderame del cortile i tuoi occhi di foglia

L’interrogativo resta sospeso

come quel filaccio di nube sopra il tetto

…Cos’è la guerra, nonna?

lo balbetto e forse impallidisco. Mi aggrappo

al respiro del mattino. Mi faccio, poi, buffa. Salto qua là
sulle gambe malferme, mi confondo. E ti parlo del grillo

e della lumaca, del gelsomino che frastaglia il muro

del geranio che avvampa,

della farfalla bianca sulla tremula lavanda

E ti parlo del palloncino sgonfio

faccio io, basta un po’ di fiato

Ma tu non molli. Cacci il piccolo dito nella mia bocca

succhi le parole con quella crudeltà di latte

…Cos’è la guerra?

E mi cade addosso, come acqua d’agosto, il sangue

Ossa di cemento, stracci di carne sul selciato

nella nera luce

E mi cade addosso il bambino spezzato

come il tuo pinocchio sotto i cumuli di cose, giù

in cantina

Mi cade addosso l’orrendo frastuono del ferro

Il gesto insano, folle, il tormento della madre, l’urlo

arrotolato in gola

Il gelo, la sete, lo spettro dell’orrore e del dolore

E mi sbrana

l’occhio dell’oppresso, la fierezza, l’orgoglio

…Là, ad un fiato. Sul ciglio della nostra esistenza

fatta di pane caldo e coltri di lana e piume

Allora apro la bocca e faccio per dire e cercare

un fiato che non sia stroppo sangue, troppo terrore

e distruzione

ma tu, traballando sulle gambe, corri via

e scovi il grillo e la lumaca e il palloncino sgonfio

Vacante mi lasci. Sospesa tra l’orrore

e il sublime istante della tua innocenza.

Maria Cristina Clotilde Di Dio